Come raggiungerla

Ipposidra ferrovia delle barche sul fiume Ticino.

Come raggiungere questi luoghi, così come una galleria fotografica di quello che rimane, sono in via di completamento.
Parliamo comunque di una zona della provincia di Varese, all’interno del Parco del Ticino.
I comuni interessati sono quelli di Lonate Pozzolo, Somma Lombardo, Cardano al Campo, Vergiate e Sesto Calende.
Si raggiungono da Milano imboccando la A8 in direzione Laghi, uscita Busto Arsizio. Si prosegue poi in direzione Aeroporto Malpensa, una volta raggiunto l’aeroporto comincia la ricerca per i boschi e le brughiere in località Tornavento nel comune di Lonate Pozzolo.

 


L’alzaia del Naviglio era il punto di partenza dell’antica ferrovia dell’ Ipposidra.

La storia

Ipposidra ferrovia delle barche sul fiume Ticino

Fino al 1800 molti dei trasporti tra il Lago Maggiore e la città di Milano avvenivano utilizzando il fiume Ticino e i canali ad esso collegati, attraverso il percorso Sesto Calende – Tornavento – Milano, e viceversa.

I tempi impiegati nella navigazione variavano con il variare del livello e della velocità dell’acqua del fiume. Con scarsità d’acqua le barche veniva alleggerite; in occasione delle piene il traffico veniva sospeso. Da Sesto Calende a Tornavento, con la corrente del fiume a favore, si impiegavano novanta minuti, toccando sulle rapide le venti miglia all’ora! Da Tornavento a Milano otto o nove ore.
Per il percorso a ritroso, da Milano a Tornavento, prima della costruzione della strada alzaia lungo i Navigli (anni 1824-1844), si impiegavano quindici giorni utilizzando venticinque cavalli per un convoglio di cinque o sei barche. Successivamente alla costruzione dell’alzaia solo tre giorni e dodici cavalli.
La parte problematica del percorso rimaneva quella tra Tornavento e Sesto Calende. Per percorrere circa venticinque chilometri, si impiegavano da una a due settimane. Era necessario staccare le barche e farle avanzare una per volta trainandole. Si portavano alcuni cavalli sulla sponda opposta del fiume, per vincere la corrente e ottimizzare la trazione. Sono tempi di percorrenza così lontani dai ritmi dei nostri giorni!
La costruzione dell’alzaia sul Naviglio, aveva sicuramente diminuito i tempi di percorrenza tra Milano e Tornavento. L’esistenza di una vera e propria strada sulla quale far camminare i cavalli dedicati al traino, facilitava le operazioni di rimorchio delle barche di ritorno da Milano. Per diminuire ulteriormente i tempi di percorrenza, sul tratto Tornavento – Sesto Calende si progettò l’Ipposidra.
Il sistema prevedeva, a Tornavento, il carico delle barche su carri trainati da cavalli che si muovevano lungo una via ferrata a binari realizzata nella brughiera, sino a Sesto, dove le barche venivano calate in acqua nuovamente.
La ferrovia iniziava nella vallata sotto Tornavento da una darsena, collegata direttamente al Naviglio Grande. Sul fianco della darsena, c’era la ‘Stazione di Tornavento della Ferrovia delle Barche’. L’interno della stazione veniva utilizzato anche come ricovero per i quaranta cavalli addetti al traino nella prima tratta della ferrovia. A metà del percorso, nella stazione di Strona, nei pressi dell’attuale Cascina Lavandai (Somma Lombardo), altri quaranta cavalli davano il cambio a quelli utilizzati nella prima parte del percorso.

La strada ferrata era lunga complessivamente 17 chilometri tra Tornavento e Sesto Calende.
Il primo esperimento fu eseguito il 9 febbraio 1858, i trasporti di barche continuarono per circa sette anni. Purtroppo però, con l’apertura, nel 1865, delle ferrovie Arona-Novara e Milano-Sesto Calende, utilizzate anche per il traffico merci, l’impresa Ipposidra fallì miseramente.
Oggi rimangono solo poche tracce: qualche percorso nei tratti in trincea, qualche ponte diroccato, dei termini in granito persi nella brughiera. l’unica opera ancora esistente e tutt’ora utilizzata, è il ponte sul torrente Strona, si incontra sulla strada tra Somma Lombardo e Golasecca. Dopo il fallimento della società venne venduto al comune di Somma.
Non aspettatevi di trovare vecchi binari o stazioni abbandonate, non è rimasto quasi niente di tutto ciò. In questo sito è possibile vedere quello che ancora rimane.

Una galleria fotografica dei resti e dettagli sul percorso e su come raggiungere questi luoghi, sono in via di completamento.

 

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